Dott.ssa Viola Massone

Il pasto condiviso alla mensa scolastica è uno dei momenti più importanti e determinanti per l’educazione alimentare in età evolutiva.

E finalmente noi genitori, nonni, fratelli e sorelle… non ci siamo!

La mensa scolastica

I bambini apprendono nuovi modi di stare a tavola e di vivere la convivialità e il rapporto con il cibo, sperimentano nuove abitudini osservando i pari, imparano ad autoregolarsi, assaggiano cibi diversi o cucinati in modo diverso, diventano più autonomi e consapevoli. 

La mensa scolastica è un’esperienza sociale di grande arricchimento e crescita per i bambini

È un momento fondamentale e vantaggioso a prescindere dalla qualità o quantità del cibo assunto, il quale comunque risponde a determinate indicazioni e linee guida.

Tutti i menu delle mense scolastiche, infatti, sono soggetti a verifiche, approvazione e vidimazione da parte dell’ Asl: pasti, merende e spuntini, comprese le relative porzioni, vengono strutturati secondo le linee guida e i livelli di assunzione raccomandata dei nutrienti per le fasce di età.

Le porzioni date per ciascuna pietanza sono controllate e si basano sulla media dei fabbisogni per età. 

Può capitare che a tavola alcuni bambini richiedano, di determinate pietanze, il bis o il tris: tale pratica di norma non è contemplata, ma i fabbisogni e le esigenze di ciascun bambino non sempre corrispondono a quelle della media della popolazione, alcuni di loro necessitano di quantità di cibo superiori o talvolta prevalgono gusti e anche abitudini personali che portano ad evitare il primo per prediligere il secondo o viceversa.

La pratica è sempre molto più complessa della teoria e in questi casi deve prevalere il buon senso da parte di educatori e genitori, i quali assieme, e in base alle caratteristiche e richieste del singolo bambino, stabiliscono quale approccio sia il migliore per lui. 

Le regole fondamentali sono: proporre ma non imporre, favorire gli assaggi ma non punire… e neppure premiare!

Tali assiomi valgono sempre, sia a casa che a scuola, dove comunque il processo è facilitato, grazie al confronto con i pari e ad un diverso rapporto con educatori e insegnanti. 

La scuola è tenuta a fornire ai bambini pasti differenziati solo in caso di prescrizione medica di una dieta speciale di esclusione e solo in casi di effettiva diagnosi di allergia o intolleranza alimentare al glutine o al lattosio, favismo o altre condizioni patologiche specifiche.



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