Dott.ssa Viola Massone

L’età adolescenziale è quella maggiormente rischiosa per l’insorgenza dei disturbi del comportamento alimentare, in particolar modo anoressia e bulimia e in particolar modo nel sesso femminile.


Tali disturbi hanno ormai un esordio sempre più precoce e molto spesso insidioso. Con la tendenza comune da parte della famiglia, ma anche dei sanitari (pediatra o medico di famiglia), a sottovalutare alcuni segni premonitori e alcuni sintomi iniziali, pertanto sotto diagnosticare e sotto trattare la malattia.

Il rischio da parte dei genitori è anche quello di negare inconsapevolmente il problema e arrivare a richiedere una consulenza medica quando la malattia è già in stato avanzato e ha già comportato complicanze spesso gravi per la salute e la per sopravvivenza.

In questi casi diventa assolutamente molto più difficile, lungo e doloroso l’iter terapeutico.

Occorre invece prevenire l’insorgenza di tali disturbi e prestare costantemente attenzione. Questo fin dalla fine dell’infanzia (9-10 anni circa) e nei primi anni dell’adolescenza, alla presenza dei loro segnali premonitori, che dovrebbero da subito mettere i genitori in allarme.

Tra i principali e più frequenti segni precoci dei disturbi del comportamento alimentare possiamo annoverare e riconoscere i seguenti:

Di fronte a tali possibili segni premonitori, i genitori non devono avere il timore di considerare il problema come tale.

Non devono “vergognarsene”, bensì prestare attenzione a ogni minimo cambiamento, controllando le abitudini e lo stile di vita dell’adolescente.

Fondamentale anche verificare l’accesso ad internet e i siti o le pagine social che vengono consultate. E l’eventuale condizione di isolamento ed auto-esclusione dalle attività sociali con i coetanei.

Laddove sussistano sospetti più o meno importanti di un disturbo del comportamento alimentare in fase iniziale, occorre sicuramente cercare un dialogo costruttivo e chiedere tempestivamente un confronto e/o una visita presso il medico curante.


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